Legambiente: “L’incontro di oggi sia l’occasione per dar avvio a scelte e orientamenti concreti per la tutela e valorizzazione delle Alpi. Occorre far uscire la montagna dalla sua marginalità e raccogliere la sfida della Green Economy”

“Servono azioni e interventi concreti per una maggiore tutela e valorizzazione dell’Arco Alpino, un territorio che, grazie alle sue risorse naturali, può contribuire a nuovi percorsi di sviluppo sostenibile”. È quanto torna a chiedere Legambiente in vista della XIII Conferenza delle Alpi, in programma oggi a Torino. L’incontro vedrà Ministri ed alti rappresentanti dei Paesi alpini, dell’Unione europea, nonché i rappresentanti delle organizzazioni partecipanti in qualità di osservatori, discutere sul futuro del territorio alpino e prendere decisioni importanti per lo sviluppo e la protezione di questo ambiente.Un appuntamento importante che, secondo Legambiente, dovrà essere l’occasione per dar avvio ad un nuovo e concreto cammino per le Alpi, che possono offrire tanto in termini di biodiversità, di natura,occupazione e sviluppo sostenibile. Per l’associazione ambientalista sono tante le priorità sulle quali aprire un confronto per una maggiore tutela e valorizzazione di questo territorio: dalla questione dei cambiamenti climaticiche coinvolgono anche l’arco alpino ad una Strategia Macroregionale dell’Unione Europea per la Regione Alpina, per passare poi ad uno sviluppo e un turismo sostenibile a tutto campo che si intrecci con il rilancio dell’occupazione giovanile nei settori del green job e con la riscoperta delle aree montane e delle aree limitrofe, oggi a rischio spopolamento e dove sono indispensabili quei presìdi chiamati alla gestione e alla sicurezza di un territorio ricco ma allo stesso tempo fragile.

 

“Le Alpi – dichiara Vittorio Cogliati Dezza, presidente nazionale di Legambiente – sono per natura un territorio competitivo che, se valorizzato e tutelato in maniera intelligente ed ecosostenibile, può attrarre investimenti e persone grazie al suo grande patrimonio naturale-storico-culturale ed offrire nuove opportunità di lavoro. Ma per realizzare ciò e per far uscire veramente la montagna dalla sua marginalità sono necessarie azioni e interventi politici concreti da parte dell’Italia e dell’Europa. Va colta, inoltre, fino in fondo l’opportunità offerta dalla nuova stagione di programmazione dei fondi comunitari per le aree interne e i cambiamenti climatici. La Strategia per le aree interne rappresenta, infatti, un importante punto di riferimento ed un’occasione imperdibile per ridare una prospettiva di sviluppo a queste aree e, contemporaneamente aiuti a risolvere i problemi ambientali e a creare posti di lavoro”.

 

“La tredicesima Conferenza delle Alpi – aggiunge Vanda Bonardo, responsabile Alpi Legambiente – non sia l’ennesimo incontro perso ma l’occasione per dar avvio, attraverso interventi e progetti, ad una nuova pagina per le nostre Alpi contribuendo alla rinascita di un territorio, dove vivono oltre 4 milioni di abitanti. La green economy può trovare nel tessuto socioeconomico alpino il terreno di crescita più favorevole, per questo è importante lavorare per la loro tutela, la valorizzazione e manutenzione dei territori, ma anche per la riqualificazione ambientale, energetica e sociale delle aree dell’arco alpino”.

 

Per Legambiente sono sei le priorità principali da affrontare per una maggiore tutela e valorizzazione dell’arco alpino: 1) I connotati che va assumendo la Strategia Macroregionale dell’Unione Europea per la Regione Alpinaaprono nuovi orizzonti verso una maggiore identità dell’area alpina e verso nuove possibilità economiche. Per questo Legambiente ritiene che sia giunto il momento per la Convenzione delle Alpi di riorganizzarsi maggiormente in funzione delle strategia cercando di divenirne più protagonista.

2) C’è il problema dei cambiamenti climatici, che insieme ad uno sviluppo incontrollato del territorio e ad un’urbanizzazione intensiva, sono tra le cause di ulteriore dissesto idrogeologico anche nell’arco alpino. Per Legambiente è importante porre attenzione al dissesto idrogeologico per poter contribuire alla prevenzione dei disastri naturali che sempre più spesso affliggono le aree alpine, con gravi danni e costi di ripristino di gran lunga superiori a quelli di prevenzione. Particolare attenzione meritano le fonti rinnovabili a partire dall’idroelettrico, che se da una parte sono importanti per la riduzione di CO2   , dall’altra parte necessitano di regole chiare affinché non si danneggi ulteriormente l’ambiente e i suoi ultimi corsi d’acqua rimasti intatti.

3) Serve una maggiore promozione e valorizzazione delle foreste montane, che svolgono un ruolo fondamentale di mitigazione dell’effetto serra. Per questo l’associazione ambientalista chiede che si discuta dell’importante contributo alpino in merito agli obiettivi di riduzione di emissioni di COe alla difesa del suolo.

4) La questione dell’occupazione giovanile: ben venga la Quinta Relazione sullo Stato delle Alpi contenente dati e analisi aggiornate sulle dinamiche demografiche, ma è necessario costruire condizioni ambientali competitive e fare scelte innovative se si vogliono creare nuovi posti di lavoro e attrarre occupazione giovanile qualificata nei settori come l’artigianato, il turismo, l’agricoltura, la selvicoltura.

5) Puntare ad un Turismo alpino sostenibile, indispensabile fattore per la crescita economica alpina e che riguardi intere regioni e non singole località.

6) La realizzazione di una smart mountain attraverso l’introduzione di tecnologie offrirebbe ampie opportunità su tutti i fronti e consentirebbero soprattutto di ridurre il digital divide nelle aree montane.

 

 

 

FONTE: Legambiente

 

 

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