Sono sei le proposte concrete sul Pacchetto Clima ed Energia 2030 avanzate da Greenpeace, Legambiente e WWF in una lettera scritta al Presidente del Consiglio Renzi in vista del Consiglio europeo del prossimo 26 e 27 giugno; in quella sede continuerà il confronto, in preparazione dell’accordo politico al Consiglio di ottobre sotto presidenza italiana e verranno discusse le misure da mettere in campo per ridurre la dipendenza europea dalle importazioni di energia. In vista del vertice sul clima, convocato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon per il prossimo 23 settembre a New York, è cruciale che l’Unione europea faccia sostanziali passi in avanti nella definizione dei suoi nuovi obiettivi in materia di clima ed energia, andando ben oltre l’obiettivo del 40% di riduzione interna delle emissioni di gas-serra entro il 2030. Obiettivi ambiziosi non solo sono fondamentali per sostenere la competitività e l’azione climatica dell’Europa a livello globale, ma sono anche indispensabili per garantire la sicurezza energetica europea.
Greenpeace, Legambiente e WWF salutano positivamente la richiesta del Consiglio europeo dello scorso marzo di mettere in campo un piano comunitario per la riduzione delle importazioni di energia. Senza un’azione decisa, l’Europa continuerà ad importare circa la metà del proprio fabbisogno energetico tra il 2030 e il 2050. Sebbene la recente comunicazione della Commissione sulla “Strategia europea per la sicurezza energetica” riconosca l’importanza dell’efficienza energetica e delle fonti rinnovabili per ridurre le importazioni di energia, il piano non propone azioni concrete per cogliere a pieno le loro potenzialità. Secondo un recente rapporto dell’Istituto Fraunhofer, è tecnicamente ed economicamente fattibile raggiungere l’obiettivo del 40% di riduzione del consumo finale di energia entro il 2030 e ridurre in questo modo l’utilizzo di gas equivalente alle attuali importazioni dalla Russia.
Greenpeace, Legambiente e WWF invitano il Presidente del Consiglio, pertanto, a sostenere le seguenti azioni concrete:
- introdurre un obiettivo di riduzione interna delle emissioni di gas-serra che vada ben oltre il 40% attualmente proposto per il 2030;
- escludere il ricorso a “crediti internazionali” per il raggiungimento di questo obiettivo. Attualmente il 75% dei “crediti internazionali” utilizzati dall’Unione europea sono realizzati in Russia, Ucraina e Cina penalizzando fortemente gli investimenti in tecnologie pulite sul territorio Ue;
- introdurre un meccanismo di finanziamento comunitario a sostegno di programmi per le ristrutturazioni edilizie su larga scala e accelerare la diffusione di tecnologie per il riscaldamento con fonti rinnovabili;
- dare priorità alle interconnessioni che aiutano il completamento del mercato interno dell’energia rispetto a quelle infrastrutture che, invece, aumentano la nostra dipendenza dalle importazioni energetiche;
- trasformare in vincolante l’attuale obiettivo al 2020 per l’efficienza energetica ed estendere a tutti gli edifici – non solo quelli pubblici – la percentuale annua di ristrutturazione prevista dalla direttiva sull’efficienza energetica;
- introdurre un obiettivo vincolante del 40% al 2030 per l’efficienza energetica ed aumentare l’ambizione dell’obiettivo proposto al 2030 per le fonti rinnovabili.
Il varo di politiche ambiziose per combattere i cambiamenti climatici in atto, aumentando l’utilizzo di fonti rinnovabili e riducendo il consumo energetico, ha grandi potenzialità per ridurre drasticamente la nostra dipendenza dalle importazioni di energia. Nello stesso tempo, lo sviluppo di tecnologie pulite spingerà l’innovazione, migliorerà la competitività e la salute dei cittadini europei.
FONTE: AGENPARL- Agenzia Parlamentare per l’Informazione Politica ed Economica