Per tutti gli anni 50, 60 e 70 abbiamo cresciuto i nostri figli con una speranza che era di fatto una certezza: quel bambino avrebbe avuto un futuro migliore del nostro. Era una prospettiva che accomunava tutti gli italiani, non solo i ricchi. Il figlio avrebbe occupato, nella società, un posto più prestigioso del padre: fosse anche un livello superiore nel ceto impiegatizio, com’era nei sogni del dipendente ministeriale Alberto Sordi nel film «Un borghese piccolo piccolo» di Mario Monicelli.
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