Disponibile online il Dpcm e gli Allegati relativi ai “Criteri di formazione e di riparto del Fondo di solidarietà comunale 2025”: ecco tutte le informazioni utili.
Il provvedimento, corredato di quattro allegati tecnici, ha ottenuto la registrazione della Corte dei Conti il 27 maggio (registro n. 1484) e sarà prossimamente annunciato anche in Gazzetta Ufficiale.
Il decreto rappresenta un tassello essenziale nella programmazione economica dei Comuni per il 2025, fornendo le basi per una redistribuzione più equa delle risorse disponibili. Il Fondo di solidarietà comunale continua a essere uno strumento chiave per ridurre le disparità tra territori, sostenere i servizi essenziali e promuovere una maggiore coesione istituzionale.
Una leva finanziaria per l’equilibrio tra i Comuni
Il Fondo di solidarietà comunale rappresenta uno strumento di riequilibrio finanziario volto a sostenere i Comuni italiani nelle loro funzioni fondamentali, compensando le differenze tra territori in termini di capacità fiscale e fabbisogni. Per il 2025, la dotazione complessiva del fondo ammonta a circa 6,76 miliardi di euro, una cifra composta da diverse voci legate principalmente al gettito IMU e a trasferimenti statali, con meccanismi perequativi articolati su base territoriale.
La composizione del Fondo
La struttura del FSC per quest’anno si articola in sei principali componenti:
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Quota IMU dei Comuni: oltre 2,7 miliardi di euro derivanti dall’imposta municipale propria, comprensiva anche della regolazione finanziaria tra enti locali.
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Finanziamento ordinario statale: 3,75 miliardi, decurtati di circa 14 milioni per il minore fabbisogno di compensazione della TASI.
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Ulteriori risorse minori: tra cui 25 milioni (lett. d-bis), 5,5 milioni (lett. d-ter), 560 milioni (lett. d-quater) e poco più di un milione (lett. d-septies) destinati a specifiche finalità.
È previsto anche un accantonamento iniziale di circa 64,7 milioni di euro, prelevato dalla quota IMU, destinato ad esigenze già stabilite dalla legge di riferimento del 2016.
Il totale disponibile e i versamenti
Il valore finale disponibile per i Comuni, al netto di alcuni aggiustamenti contabili, è pari a 6,76 miliardi, tenendo conto anche dei trasferimenti da parte dell’Agenzia delle Entrate. L’importo versato dall’Agenzia a carico dell’IMU delle regioni ordinarie, Sicilia e Sardegna è stato quantificato in circa 2,77 miliardi, ripartiti secondo le stime di gettito del 2015.
Come si distribuisce il fondo
Regioni a Statuto Ordinario
Per i Comuni delle regioni a Statuto ordinario, la ripartizione segue un criterio basato su quanto già assegnato nel 2024, adeguato con le correzioni approvate nei mesi precedenti. Il 75% della quota complessiva viene accantonato e riassegnato in base alla differenza tra capacità fiscale e fabbisogni standard, sulla base delle valutazioni della Commissione tecnica preposta. Il meccanismo esclude dal calcolo la componente relativa ai rifiuti, per garantire un’equa comparazione tra enti.
Sicilia e Sardegna
Anche per le due Regioni a Statuto speciale, il riferimento è l’importo 2024 aggiornato con rettifiche tecniche. Le cifre definitive per ogni Comune sono riportate negli allegati al decreto.
La fase di perequazione
La quota principale del Fondo, che sfiora i 3,75 miliardi, risulta distribuita congiuntamente all’accantonamento IMU da 64,7 milioni, secondo uno schema che premia i territori con maggiori necessità e minori risorse autonome. Le somme assegnate a ciascun Comune sono dettagliate negli allegati tecnici, che riportano anche gli aggiustamenti derivanti da correzioni puntuali e i relativi conguagli.
Un correttivo finale, previsto dalla normativa del 2016, viene applicato alle somme totali spettanti a ciascun ente, come indicato nell’allegato 3 del decreto.