Dall’analisi del bilancio interno di Montecitorio, ossia dei dati del conto preventivo dei costi di funzionamento della Camera dei Deputati e che sarà discusso in Aula il prossimo 21 luglio per essere votato il 24 dello stesso mese, si evince che il preventivo di spesa è di 1,037 miliardi di euro. La Camera spenderà l’1,68% in meno rispetto al 2013 e riceverà un contributo per il 2014 di 943 milioni di euro (50 milioni in meno rispetto all’anno precedente), restituendo all’Erario 28,3 milioni; con un risparmio complessivo delle spese pari a circa 78,13 milioni.
Si rileva che nel biennio 2013-2014 la Camera ha fatto risparmiare ai cittadini in totale 138,3 milioni di euro: 100 milioni legati a una riduzione di 50 milioni all’anno della dotazione istituzionale, cui vanno aggiunti dieci milioni di risparmi nel 2013 e 28,3 per il 2014, come effetto dei tagli chiesti dal governo agli Organi costituzionali in applicazione alle norme della spending review.
A questi risparmi occorre aggiungere anche quelli che derivano dal blocco degli adeguamenti previsti ogni anno per recuperare l’inflazione. Infatti. È stato prorogato al 2016 il congelamento di indennità, diaria e contributo per le spese legate all’esercizio del mandato parlamentare per i deputati. Un ulteriore risparmio di 18,5 milioni di euro verrà realizzato nel 2016, prevedendo per dipendenti ed ex dipendenti di Montecitorio la mancata restituzione delle somme dovute per il mancato adeguamento automatico di pensioni e stipendi.
Il costo totale di funzionamento è pari a un miliardo di euro circa, sebbene vada rilevato che spesa della Camera è oggi in termini monetari assoluti inferiore a quella del 2007.
Nel 2014 la Camera dei deputati spenderà 211 milioni in spese di personale e 234 milioni e 500 mila per corrispondere pensioni dirette, di reversibilità e «di grazia», che viene concessa al dipendente riconosciuto fisicamente inidoneo è dispensato dal servizio e al quale non è riconosciuto altro trattamento pensionistico.
La Camera spenderà nel corso del 2014 26 milioni e 155 mila euro per locare immobili. L’affitto di uffici assorbe 24 milioni e 830 mila euro, di depositi un milione e 210 mila euro, a queste somme si aggiungono 115 mila di “oneri accessori”. Le spese di manutenzione ordinaria di fabbricati, impianti e attrezzature ammonta a 13 milioni e 10 mila euro.
Dall’analisi del “bilancio di missione” e cioè la riclassificazione delle voci di spesa secondo le funzioni dell’istituzione, emerge che la spesa più elevata è quella per il pagamento delle pensioni di ex deputati e dipendenti: quasi 357 milioni, pari a ben il 36,11% del totale dello stanziamento. Segue la spesa omnicomprensiva per gli “attivi”, cioè i deputati in carica, personale in servizio e tutte le necessità connesse alla loro attività: 280.890 milioni pari al 27,08%.
Per la prima volta è stato pubblicato nel bilancio della Camera dei deputati l’ammontare del “contributo unico e onnicomprensivo” erogato ai gruppi parlamentari, pari a 32 milioni di euro che si prevede stabile anche nel 2015 e nel 2016. Nel 2013 il contributo erogato è stato di 11.464.704 al Partito democratico sulla base di 293 deputati, 3.798.912 al Movimento 5 stelle, Forza Italia 3.710.204, Sinistra ecologia e libertà 1.444.859, Ncd 151.883, Scelta civica 1.829.150, Lega nord 804.721, Per l’Italia 59.000, Fratelli d’Italia 362.124, gruppo Misto 829.060, minoranze linguistiche 88.000.
Si sottolinea, inoltre, un importante passo in avanti all’insegna della trasparenza: per la prima volta, in allegato al conto consuntivo di Montecitorio vi sono anche i rendiconti delle spese affrontate dai gruppi parlamentari, che ricevono dalla Camera 32 milioni all’anno. Da ora in poi i gruppi che non trasmetteranno i propri rendiconti (tutti giudicati congrui dalla società di revisione incaricata dall’Ufficio di presidenza) perderanno il diritto al contributo per l’anno successivo e in più dovranno restituire anche le somme percepite nell’anno precedente.
FONTE: Innovatori PA
AUTORE: Rita Pastore