Unione Europea: fisco più leggero riguardo ai salari rispetto a proprietà e consumi
Ridistribuire il carico fiscale dal lavoro ai consumi, alle proprietà e alle emissioni inquinanti, migliorare il contrasto all’evasione e incentivare la tax compliance anche attraverso una collaborazione più stretta tra le Amministrazioni tributarie nazionali. Queste le priorità fiscali individuate per il 2014 dall’analisi annuale della crescita e sulla base delle quali la Commissione ha elaborato le raccomandazioni annuali a 22 Paesi membri, tra cui l’Italia.
L’analisi degli obiettivi per il 2014
Come ogni anno, l’Analisi annuale della crescita, elaborata dalla Commissione Ue, fissa gli obiettivi in materia economica, sul fronte dell’occupazione e delle politiche fiscali. In base all’Analisi, il Consiglio europeo in primavera stabilisce le linee guida per le riforme strutturali da attuare in questi ambiti; la Commissione, invece, elabora una serie di raccomandazioni nazionali rivolte ai Paesi membri.
In ambito fiscale, l’ obiettivo principale per il 2014 è quello di garantire una maggiore equità del sistema di tassazione. In questa direzione, la Commissione richiede di alleggerire il carico fiscale sui salari (soprattutto per i lavoratori a basso reddito) e aumentare, invece, quello sui beni immobili, i consumi e le emissioni inquinanti. Per il 2014, l’analisi ha fissato come ulteriore priorità l’ampliamento della base imponibile, anche attraverso l’eliminazione di alcune esenzioni e la semplificazione del sistema Iva.
Pianificazione fiscale aggressiva e paradisi fiscali
Il contrasto alla pianificazione fiscale aggressiva e ai paradisi fiscali rimane una dei capisaldi della politica economica dell’Unione. L’analisi evidenzia che per migliorare il contrasto all’evasione è necessario rafforzare la collaborazione tra le amministrazioni fiscali nazionali, le quali devono anche incentivare la tax compliance, soprattutto attraverso la semplificazione degli adempimenti a carico dei contribuenti.
I Paesi destinari di raccomandazioni
Belgio, Bulgaria, Repubblica Ceca, Germania, Irlanda, Spagna, Francia, Croazia, Italia, Lettonia, Lituania, Lussemburgo, Ungheria, Malta, Paesi Bassi, Austria, Polonia, Portogallo, Romania, Repubblica Slovacca, Svezia, Gran Bretagna, i Paesi membri a cui sono indirizzate le raccomandazioni fiscali per il 2104. Rimangono fuori Danimarca, Finlandia, Slovenia, mentre Grecia e Cipro rientrano ancora nei piani di Aggiustamento strutturali.
Proprietà, consumi e inquinamento
Spostare il carico fiscale dal lavoro alle proprietà, i consumi e l’inquinamento è l’indicazione più importante che la Commissione rivolge ai singoli Stati, tra cui l’Italia. Al Belpaese, in particolare, l’Unione richiede di ampliare la base imponibile e di rivedere lo spettro delle numerosi agevolazioni fiscali garantire dal sistema tributario nazionale. La riduzione del cuneo fiscale introdotta recentemente incassa un giudizio positivo, ma la Commissione richiede garanzie per la stabilizzazione delle misura. Tra le indicazioni rivolte al Governo italiano, anche l’attuazione urgente della riforma catastale e una revisione delle tasse ambientali, tra cui l’allineamento delle accise sul diesel a quelle sul petrolio.
Dove concentrare l’attenzione
Tax compliance e contrasto all’evasione fiscale i due ambiti su cui, secondo la Commissione, l’Italia deve intervenire in modo più incisivo. Per migliorare l’adempimento spontaneo da parte dei contribuenti e la lotta all’economia sommersa e al lavoro nero occorre semplificare le procedure e modernizzare l’Amministrazione tributaria e l’attività di riscossione.
Anche altri “big” dell’Unione come Germania, Francia e Regno Unito sono destinatari per il 2014 di raccomandazioni nazionali specifiche. A Germania e Francia la Commissione richiede una riduzione del costo del lavoro, con un alleggerimento del carico fiscale e contributivo dei salari, soprattutto di quelli medio-bassi. Il Governo di Berlino, inoltre, dovrebbe ridisegnare la spartizione delle competenze in ambito fiscale tra autorità federale, Lander ed enti locali. Alla Gran Bretagna, invece, l’Unione chiede principalmente una riforma urgente della valutazione delle proprietà immobiliari.
FONTE: Fisco Oggi
AUTORE: Alessandra Gambadoro