Un evento che farà sicuramente discutere e che causerà anche malumori tra alcuni cittadini che hanno ancora un veicolo poco “green”: in molte città a partire dal mese di ottobre 2025 stop a molte auto, che rimarranno in garage poiché considerate “inquinanti”.


Cambiamento climatico e corsa verso un tentativo di contrastare l’inquinamento del pianeta, ha tenuto banco negli ultimi anni con diatribe e discussioni nei tavoli di lavoro di tutto l’occidente e con una consapevolezza crescente anche nella Cina del boom economico.

In Europa molte decisioni hanno riguardato un profondo ripensamento dei sistemi di mobilità cittadini che stanno virando verso il green, l’elettrico e la mobilità sempre più sostenibile. In questa direzione la decisione assunta allo stato attuale, ma fortemente discussa proprio nelle ultime settimane e proprio in casa nostra, che vede dal prossimo 2035 il via libera alla commercializzazione di sole vetture elettriche, alimentate con gli e-fuel e biocarburanti.

Stop alle auto inquinanti: da ottobre 2025 restano in garage in molte città

Proprio in questa direzione andranno numerosi provvedimenti che, in gran parte dal prossimo autunno, con alcune città che iniziano dal 1 ottobre quando entrerà in vigore la messa al bando delle auto alimentate a gasolio di categoria Euro 5, sicuramente in tutti i centri abitati della Regione Piemonte con una popolazione residente di almeno 30.000.

Notti insonni per molte famiglie, dunque, visto che da una prima analisi sommaria sembra che il provvedimento potrebbe avere un impatto piuttosto violento sulla vita quotidiana di migliaiai di piemontesi visto il dato che conta 250.000 veicoli, circa l’8% dell’intero parco auto regionale, in questa categoria di emissioni, che rischia di essere praticamente inutilizzabile molto presto.

Come funzionerà il divieto?

Per come promulgato il divieto dovrebbe prevedere lo stop alla circolazione di questi veicoli dal lunedì al venerdì, dalle ore 8:30 alle 18:30.  Si tratta della limitazione che dal primo ottobre 2025 dovrebbe fare capolino e che di fatto metterà il limite alle auto immatricolate la prima volta tra fine 2011 e tutto il 2015.

Auto evidentemente considerate troppo inquinanti che finiscono nelle politiche ambientali regionali per sistemare le problematiche dell’aria che respirano i cittadini. Per meglio specificare e tracciare i confini del blocco, la Classe Euro 5 ricomprende tutti veicoli omologati dopo il primo settembre 2009, ma immatricolati a partire dal primo gennaio 2011. Questa viene considerata una classe ambientale importante, e vede veicoli fino ad oggi soggetti a minori restrizioni. A onor del vero,  la produzione di vetture Euro 5 fu interrotta già a partire dal 2014, 11 anni fa, poiché si ritennero le tecnologie utilizzate obsolete per gli standard attuali.

Le sigle

Le sigle presenti sul libretto di circolazione che si possono trovare sono:

  • 2005/55/CE B2
  • 2006/51/CE rif. 2005/55/CE B2
  • 2006/51/CE rif. 2005/55/CE B2 oppure Riga C
  • 1999/96/CE fase III oppure Riga B2 o C
  • 2001/27/CE Rif. 1999/96 Riga B2 oppure Riga C
  • 2005/78/CE Rif 2005/55 CE Riga B2 oppure riga C
  • 2006/81 CE rif. 2005/55 CE riga B2
  • 2006/81 CE rif. 2005/55 CE riga C (ecol. migliorato)
  • 715/2007*692/2008 ( Euro 5A )
  • 715/2007*692/2008 ( Euro 5B )
  • 2008/74/CE rif. 2005/55/CE riga B2
  • 2008/74/CE rif. 2005/55/CE riga B2 (ecol. migliorato)
  • 2008/74/CE rif. 2005/55/CE riga B2 (con disp. Antipart)

Un provvedimento dunque piuttosto impattante, che non il primo, né sarà l’ultimo di altre azioni che andranno nella stessa direzione in Italia e anche in Europa, dove ancora le limitazioni riguardano classi di veicoli più inquinanti. Nella città di Berlino, ad esempio, i veicoli diesel inferiori a Euro 4 e a benzina sotto Euro 1 devono acquistare un bollino verde per le emissioni, un accorgimento adottato anche da Parigi in cui è richiesto un adesivo per le emissioni Crit’Air di 3 o superiore.

I divieti in Italia

Tornando in Italia, a Milano un divieto simile è attivo dal lontano ottobre del 2022 con le auto Euro5 interdette dal centro città, le Aree B e C (al di là dell’apposito ticket). Inoltre insieme al Piemonte, e sempre a partire dal primo ottobre di quest’anno la limitazione riguarderà molte altre città della Lombardia, precisamente 209 Comuni di Fascia 1 e altri cinque di Fascia 2 con 30mila abitanti, come ad esempio Varese, Lecco, Abbiategrasso che adotteranno restrizioni in maniera progressiva. Limitazioni anche in Emilia Romagna, a Bologna chiuso dalle ore 8:30 alle 18:30 il centro storico, e stop agli euro 5 anche durante le domeniche ecologiche. A Firenze, divieto di circolazione nella circonvallazione adiacente il centro della città, dal lunedì al venerdì dalle ore 8:30 alle 18:30.

Intanto anche a Roma si sta dibattendo la possibilità, in realtà più volte messa in programmazione e ritirata con deroghe e posticipazioni, di applicare anche nella capitale i divieti alle auto diesel Euro 5, precisamente per quanto riguarda gli accessi alla Ztl Verde. La circolazione è vietata a Roma durante le domeniche ecologiche che vedono lo stop generale a tutte le vetture dotate di motore endotermico. Il divieto diesel Euro 5 è poi stato connesso con le periodiche rilevazioni delle polveri sottili e inquinanti presenti nell’aria della Capitale, con uno stop a queste auto nella fascia verde, che automaticamente viene promulgato quando si raggiunge il livello rosso di inquinamento.

Il problema delle emissioni: si risolve così oppure no?

Ma, una domanda sorge spontanea in molti di noi, analizzando scelte e panorama globale, l’auto e più in generale i trasporti su gomma quanto pesano sul totale delle emissioni globali?

Raccogliendo, incrociando ed elaborando un po’ di dati diffusi in occasione delle varie giornate della Terra, è proprio la produzione di energia l’industria a più alte emissioni….Ha quindi senso andare verso un’auto che proprio da quella energia andrà ad attingere la propria propulsione?

Ancora, secondo un recente rapporto dell’Agenzia Internazionale dell’Energia (IEA) che analizza sia i valori di CO2 prodotti dai vari settori (a livello mondiale) nel 2022 è stata proprio la produzione di energia per elettricità, raffreddamento e riscaldamento, a registrare il maggior impatto inquinante sul pianeta, con dati addirittura in crescita, per il 2024 ha registrato un aumento delle emissioni pari all’1,8%, raggiungendo il suo massimo storico.

Al secondo posto come produttore di “gas serra” troviamo l’industria, suddivisa in tutte le sue aree produttive, tra le quali spicca il settore siderurgico seguito da quello chimico, dal petrolchimico e, piuttosto a distanza, dall’industria alimentare. Solamente al terzo posto troviamo il settore dei trasporti, anch’esso in realtà ha subito un incremento a livello mondiale, tra il 2020 ed il 2021.

Se spostiamo la dimensione da mondiale a Europa, utilizzando i dati di Eurostat 2023/24 nel secondo trimestre del 2022 il primo in classifica, ovvero il settore più impattante sull’ambiente è quello manifatturiero (23%), seguito dalla produzione e fornitura di elettricità e gas (19%), dai consumi domestici (17%), seguiono trasporti e agricoltura, quasi appaiati con un dato rispettivamente del 14% e del 13%.