Nel mirino dei NAS le attività del cuore turistico di Roma Capitale, prese d’assalto dai pellegrini giunti per il Giubileo e l’elezione del nuovo Papa: condizioni di igiene infime. Sequestri, sanzioni e cucine fatiscenti: un bilancio che allarma.
Blitz dei Carabinieri del NAS nel cuore della Capitale. L’operazione, condotta negli ultimi giorni nelle vie intorno al Pantheon, ha portato alla chiusura immediata di tre ristoranti, alcuni anche stellati. A far scattare il provvedimento, le gravi carenze igienico-sanitarie riscontrate durante le ispezioni: ambienti sporchi, strutture obsolete e condizioni che, secondo i militari, mettevano a rischio la salute dei clienti.
Il centro storico, da settimane meta prediletta di fedeli e visitatori accorsi per l’Anno Giubilare e per il recente insediamento del nuovo pontefice Leone XIV, è stato sottoposto a una serie di controlli serrati, con un’attenzione particolare alle attività di ristorazione.
A Roma i NAS sigillano alcuni ristoranti in centro: condizioni di igiene sotto la soglia
I risultati hanno svelato un quadro preoccupante: muffa sui soffitti delle cucine, intonaci pericolanti, attrezzature arrugginite e impianti non conformi alla normativa vigente.
In uno dei casi, secondo quanto riferito dagli investigatori, le condizioni della cucina erano talmente degradate da far temere che pezzi di calce potessero cadere direttamente nelle pietanze in preparazione.
In un altro locale, il magazzino adibito alla conservazione degli alimenti versava in stato di totale disordine, con violazioni che riguardavano la catena del freddo e l’etichettatura dei prodotti. Persino un ristorante che vantava lo chef di un noto ristorante stellato è finito nel mirino: gli ambienti, ritenuti inadatti, presentavano sporco incrostato e utensili non idonei all’uso.
L’indagine, avviata anche con il supporto della Polizia del distretto Trevi, evidenzia come l’incremento della domanda turistica, acuita dal Giubileo e dalla stagione estiva, stia spingendo alcune attività a privilegiare il profitto immediato a scapito della qualità. In particolare, numerosi esercizi del centro sembrano orientati verso un’offerta rapida e scadente, spesso a costi elevati e poco trasparenti, puntando su un turismo “mordi e fuggi” più che sull’accoglienza responsabile.
Scattano anche le multe
Oltre ai sigilli, sono scattate sanzioni amministrative per un totale superiore a 5.000 euro. I locali interessati, il cui valore complessivo di mercato è stimato in circa 2,5 milioni di euro, potranno riaprire soltanto dopo aver effettuato interventi radicali di bonifica: ristrutturazioni strutturali, sanificazioni approfondite, adeguamenti impiantistici e garanzie documentate sulla provenienza degli alimenti.
L’operazione, secondo fonti investigative, rappresenta solo l’inizio di un piano di vigilanza straordinario destinato a proseguire nei prossimi mesi, proprio in vista dei grandi flussi attesi per gli eventi religiosi dell’anno. Un messaggio chiaro per chi opera nel settore della ristorazione: l’accoglienza non può prescindere dalla sicurezza alimentare.