Il nuovo report dell’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni analizza l’andamento dei redditi e del potere d’acquisto di autonomi e dipendenti negli ultimi quindici anni. Le contromisure del neo Responsabile Scientifico dell’Osservatorio, Tommaso Nannicini.


di Camilla Lombardi, Confprofessioni

I liberi professionisti italiani non hanno ancora recuperato il potere d’acquisto perduto nel 2008 con la Grande Recessione. A renderlo noto è un nuovo report dell’Osservatorio delle libere professioni di Confprofessioni dal titolo “Liberi professionisti e potere d’acquisto. Redditi reali ancora sotto il 2008”. Il rapporto analizza l’andamento dei redditi di autonomi e dipendenti negli ultimi quindici anni, mostrando come la crisi finanziaria, la pandemia e il recente boom dell’inflazione abbiano eroso i redditi reali.

Professionisti vs Dipendenti: Il Confronto sui Redditi

Secondo i dati, nel 2023, le famiglie più colpite sono state quelle con un lavoratore autonomo come principale fonte di reddito, che, rispetto al 2008, hanno perso in media 5.200 euro (-13%) contro i 3.500 euro delle famiglie con un lavoratore dipendente come principale percettore (-10%).

Anche a livello individuale, la fotografia non è confortante: nel 2022, i liberi professionisti hanno infatti registrato un reddito reale più basso di oltre 3.000 euro rispetto al 2008; mentre i lavoratori dipendenti del settore privato hanno perso quasi 2.000 euro in potere d’acquisto.

Professionisti e Potere d’Acquisto

Secondo il report, i professionisti sono meno protetti dall’erosione del potere d’acquisto. Pur potendo teoricamente adeguare i compensi, si trovano spesso a dover trattare con committenti forti, come la Pubblica Amministrazione e le grandi aziende, che impongono condizioni poco negoziabili. Inoltre, l’aumento del numero di iscritti alle casse previdenziali non è stato accompagnato da una crescita proporzionata alla domanda di lavoro. Un eccesso di offerta che ha spinto al ribasso i redditi medi e reso più difficile, per molti professionisti, valorizzare adeguatamente il proprio lavoro.

Le Contromisure del Neo Responsabile Scientifico dell’Osservatorio, Tommaso Nannicini

«Il rapporto targato Confprofessioni lancia un messaggio anche alla politica: servono risposte concrete per i professionisti, vecchi e nuovi. Risposte che non possono passare solo dalla leva fiscale, per quanto importante», ha affermato il neo Responsabile Scientifico dell’Osservatorio delle libere professioni, Tommaso Nannicini, in un suo articolo apparso su La Stampa lo scorso 16 maggio.

«Il lavoro autonomo ha bisogno di strumenti reali di sostegno», ha spiegato il professore. «A partire dal rilancio delle deleghe inattuate della Legge 81 del 2017: dal rafforzamento degli strumenti di welfare allargato offerti dalle casse previdenziali, all’individuazione degli atti della pubblica amministrazione che possono essere affidati anche ai professionisti. Le amministrazioni pubbliche, dal canto loro, dovrebbero applicare davvero l’equo compenso e semplificare gli adempimenti per tutte le partite Iva». E non dimentica la formazione, «con crediti d’imposta per i giovani professionisti e incentivi agli investimenti in intelligenza artificiale». Nannicini ha infine sottolineato la necessità, da parte delle casse previdenziali, di eliminare la tassazione sui rendimenti realizzati, per evitare la doppia imposizione, e consentire l’offerta di pensioni complementari.

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