In questo articolo analizzeremo la disciplina in materia di parcheggio riservato e posto auto per disabili, come si richiede e quali sono le regole da conoscere per evitare di incorrere in sanzioni o in inutili adempimenti burocratici.


Vedremo, in particolare, come funzionano gli stalli gialli, come ottenere il Contrassegno Unico Disabili Europeo (CUDE) e quali sono i criteri per ottenere un parcheggio personalizzato.

Cosa distingue un parcheggio disabili da un normale stallo?

Le aree di sosta riservate a persone con disabilità sono segnalate da strisce gialle e dal classico simbolo della carrozzina tracciato sull’asfalto. Esistono però due tipi di posti per disabili:

  • stalli generici, utilizzabili da chiunque sia in possesso di un contrassegno valido;
  • stalli personalizzati, assegnati a un singolo beneficiario e identificabili da un cartello indicante un numero di pass o un codice identificativo.

In entrambi i casi, lo spazio riservato deve essere conforme alle dimensioni minime per garantire la piena accessibilità definite dal D.M. 236/1989 e dal D.P.R. 503/1996: larghezza di almeno 3,20 metri, e, se parallelo alla carreggiata, lunghezza di 6 metri per agevolare la salita e discesa in carrozzina.

Quando spetta il posto auto riservato?

Il diritto alla sosta in aree riservate è subordinato al riconoscimento di una grave limitazione nella deambulazione o cecità assoluta ad opera di una commissione medico-legale. Il verbale rilasciato dalla commissione medica dell’ASL costituisce, infatti, il primo documento da ottenere: con lo stesso si può poi richiedere il CUDE, che di norma ha validità quinquennale oppure pari alla durata della disabilità temporanea.

Per ottenere uno stallo personalizzato, invece, servono ulteriori requisiti. Oltre al contrassegno, è necessario dimostrare l’assenza di un parcheggio privato utilizzabile e risiedere o lavorare in una zona particolarmente trafficata. In questi casi, il Comune può assegnare un’area di sosta esclusiva, come previsto dall’art. 381, co. 5, del D.P.R. 495/1992.

Come ottenere il CUDE e lo stallo nominativo

Come abbiamo anticipato, la prima cosa da fare per ricevere il CUDE e lo stallo, è ottenere la documentazione sanitaria comprovante lo stato di disabilità.

Se il verbale riporta esplicitamente la dizione “difficoltà di deambulazione ai sensi dell’art. 381”, non è necessaria una seconda visita. Con questo documento e una copia del proprio documento di identità, si può inviare richiesta di rilascio del Contrassegno Unificato Disabili Europeo tramite il portale online del Comune o presso gli sportelli dedicati.

Per richiedere invece uno stallo ad personam, è necessario allegare:

  • copia del CUDE;
  • prova dell’assenza di un posto auto privato accessibile;
  • targa del veicolo da tutelare.

Una volta trasmessa la domanda, sarà compito della polizia municipale effettuare un sopralluogo tecnico per verificare la sussistenza dei requisiti dichiarati. Se tutto è conforme, il sindaco emette un’ordinanza e i tecnici comunali provvedono a realizzare la segnaletica verticale e orizzontale. Il nuovo stallo viene anche registrato nella banca dati comunale e, dove attivo, nella piattaforma nazionale CUDE.

Più tutele digitali con il CUDE elettronico

Dal 2022, con il progressivo ampliamento del sistema nazionale, il CUDE è diventato digitale. Nei Comuni aderenti, il contrassegno è associato direttamente alla targa del veicolo, consentendo il riconoscimento automatico da parte delle telecamere ZTL.

Il contrassegno (ed eventualmente lo stallo personalizzato), resta valido finché sussistono i requisiti. Al momento del rinnovo, l’amministrazione effettua una verifica d’ufficio: nella maggior parte dei casi, non è necessario ripetere l’intero iter burocratico