Addio alle procedure semplificate adottate durante la pandemia: dal 2025 l’esame di abilitazione alla professione di dottore commercialista ritorna alla struttura ordinaria. Tuttavia, l’assenza dell’ordinanza ministeriale che fissa le date preoccupa (e non poco) i candidati.

Dopo diversi anni di modalità straordinarie introdotte in risposta all’emergenza sanitaria, il Ministero dell’Università e della Ricerca ha confermato – tramite indicazioni anticipate dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili (CNDCEC) – che l’esame di Stato per l’accesso all’albo tornerà a seguire le disposizioni contenute nel d.lgs. n. 139/2005, artt. 46 e 47. A partire dal 2025, i candidati dovranno affrontare tre prove scritte e una prova orale, suddivise in due sessioni annuali: la prima a fine luglio, la seconda a novembre.

Struttura dell’esame da commercialista: si torna alla formula originaria

Per la sezione A dell’albo (che riguarda i commercialisti), l’esame prevede:

  • Tre prove scritte, tra cui una pratica, per valutare le competenze teoriche e applicative;
  • Un colloquio orale su tutte le materie scritte, oltre a informatica, statistica, economia politica, matematica, sistemi informativi, legislazione professionale e deontologia.

Per la sezione B (che riguarda gli esperti contabili), invece:

  • Tre prove scritte, con esercitazioni pratiche;
  • Un esame orale su contenuti teorici, aspetti pratici legati al tirocinio, normativa professionale ed etica.

Le sessioni si terranno in presenza e avranno luogo – salvo modifiche – nell’ultima decade di luglio e nella seconda metà di novembre, sia per la sezione A sia per la sezione B.

Mancano ancora le date ufficiali: cresce l’allarme tra i candidati

Nonostante le anticipazioni sulle modalità, il decreto ministeriale che stabilisce ufficialmente il calendario e le prove non è stato ancora pubblicato. Un ritardo che ha sollevato forti critiche da parte dell’Unione Nazionale Giovani Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili (UNGDCEC).

Con un comunicato del 9 giugno, l’Unione ha sollecitato un intervento immediato del Ministero, chiedendo certezze e rispetto delle tempistiche. Il presidente Francesco Cataldi ha affermato che il rispetto delle scadenze e la trasparenza istituzionale sono elementi imprescindibili per garantire equità nel sistema, sottolineando la preoccupazione diffusa tra i candidati e gli ordini professionali.

Cataldi ha evidenziato come l’assenza dell’ordinanza per il 2025 stia creando forte disagio tra migliaia di giovani laureati, che non hanno ancora a disposizione informazioni indispensabili per organizzare lo studio e pianificare la propria partecipazione all’esame.

Gli anni scorsi pubblicazioni sempre puntuali

Negli anni precedenti, il Ministero aveva sempre garantito un certo anticipo nella pubblicazione del bando:

  • 29 aprile nel 2024;
  • 17 maggio nel 2023;
  • 5 maggio nel 2022;
  • addirittura, 21 gennaio nel 2021 per le date e 26 febbraio per le modalità.

Nel 2024, inoltre, era stata adottata una formula d’esame semplificata, con una sola prova scritta e un orale in presenza, derogando temporaneamente al d.lgs. 139/2005.

Oggi, invece, a pochi giorni dalla sessione estiva, i candidati restano senza informazioni ufficiali. Serena Giannuzzi, delegata UNGDCEC, ha parlato apertamente di “grave mancanza di rispetto nei confronti di migliaia di aspiranti professionisti”. Secondo la rappresentante dell’Unione, l’attuale situazione crea un’incertezza dannosa, che ostacola la preparazione e mina la serenità necessaria ad affrontare un momento fondamentale per l’inizio della carriera.

 

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