A indicarlo è il Tax Reforms in Eu Member States 2014, il Rapporto della Commissione pubblicato di recente.
Meno tasse sul lavoro, e più tasse su consumi, proprietà e emissioni inquinanti, aumento della tax compliance e dell’efficienza delle Amministrazioni fiscali. Queste le sfide che i Paesi Ue dovranno affrontare nel prossimo futuro secondo il Rapporto della Commissione europea Tax Reforms in Eu Member States 2014 Report.
Aumento della pressione fiscale
Il report della Commissione evidenzia come negli ultimi anni tutti gli Stati membri abbiano aumentato la pressione fiscale, che è destinata però a stabilizzarsi nei mesi futuri.
Lo studio analizza dettagliamene le principali misure fiscali adottate dai ventisette Stati Ue. Alcuni hanno abbassato le tasse sul lavoro, in particolare sui redditi più bassi. Per quanto riguarda la pressione fiscale sui redditi di impresa, la tendenza generale è stata quella di ridurre la base imponibile sottoposta a tassazione, con l’obiettivo di stimolare gli investimenti e la competitività. Solo una minoranza dei Paesi membri ha optato per un ampliamento della base imponibile, soprattutto attraverso la restrizione alla deducibilità degli interessi e del riporto delle perdite. Pochi Stati hanno ridotto, invece, le aliquote dell’imposta sul reddito delle società.
Molti Paesi Ue hanno incrementato le tasse sui consumi; altri, invece, le cosiddette tasse ambientali, anche se queste ultime, sottolinea il report, hanno un impatto limitato su un eventuale aumento delle entrate tributarie. Solo pochi Stati hanno apportato modiche alle tasse sulle proprietà immobiliari mentre tutti i Paesi membri hanno introdotto misure per combattere l’evasione fiscale e migliorare la tax compliance.
Le sfide future
Diminuire le tasse sul lavoro, rivedere le agevolazioni fiscali e il sistema Iva, aumentare le tasse su proprietà e sostanze inquinanti, migliorare la tax compliance e l’efficienza della macchina amministrativa del Fisco. Queste, in sintesi, le sfide future delineate dal report e che tutti gli Stati Ue sono chiamati ad affrontare.
In particolare, il report della Commissione individua i punti deboli dei sistemi fiscali nazionali attraverso una serie di indicatori relativi alle performance degli Stati nelle aree più rilevanti della politica fiscale.
Le tasse sul lavoro
Per quanto riguarda le tasse sul lavoro, il report evidenzia come una riduzione degli oneri fiscali e l’eventuale perdita di gettito possa essere compensata con la riduzione della spesa pubblica o con l’incremento di altre tasse. Tra queste, in primis le imposte sugli immobili che rappresentano solo il 3.8% delle entrate complessive dell’Unione europea. I Paesi dove appare più urgente uno spostamento del carico fiscale dal lavoro alla proprietà sono Belgio e Croazia, seguiti da Germania, Spagna, Italia, Lussemburgo, Malta e Portogallo.
Esenzioni e aliquote agevolate Iva
Il report passa in rassegna anche le agevolazioni fiscali presenti nei Paesi membri, sottolineando come questi benefici da una parte vanno a vantaggio dei contribuenti, dall’altra possono essere causa di distorsione economiche. In particolare, a finire nel mirino dello studio Ue è il sistema delle esenzioni e aliquote agevolate dell’Iva, che andrebbero riviste e in parte eliminate. In circa un quarto dei Paesi membri, infatti, le entrate derivanti dall’incasso dell’Iva sono ben al di sotto della media Ue. In particolare, Irlanda, Grecia, Spagna, Italia, Portogallo e Gran Bretagna devono rivedere il proprio sistema Iva.
Fiscalità e ambiente
Sul fronte della tassazione ambientale, lo studio della Commissione sottolinea che le tasse sulle sostanze inquinanti non sono particolarmente determinanti né per incentivare la crescita economica né per incrementare il livello delle entrate tributarie complessive, ma svolgono un ruolo fondamentale più che altro per contrastare l’inquinamento.
La tax governance
Infine, il report analizza la cosiddetta area della “tax governance” dove la stragrande maggioranza degli Stati membri presenta notevoli margini di miglioramento.In particolare, occorre migliorare la tax compliance, soprattutto alla luce dell’alto tasso di lavoro nero esistente in Europa, e migliorare il funzionamento delle Amministrazioni fiscali. Punti deboli delle autorità fiscali sono i costi elevati dell’attività di riscossione e l’uso ancora scarso delle modalità telematiche per l’invio e la compilazione delle dichiarazioni dei redditi.
FONTE: Fisco Oggi – Rivista Telematica dell’Agenzia delle Entrate
AUTORE: Alessandra Gambadoro