A partire dal 30 dicembre 2024, il sistema di autorizzazione per la costruzione e gestione degli impianti a fonti rinnovabili sarà completamente rinnovato.
Lo ha stabilito il nuovo Testo Unico Rinnovabili 2024, approvato dal Consiglio dei Ministri con il decreto legislativo intitolato “Disciplina dei regimi amministrativi per la produzione di energia da fonti rinnovabili”. Il provvedimento, composto da 15 articoli, introduce una normativa uniforme e semplificata, eliminando la frammentazione che ha caratterizzato il settore negli ultimi anni, spesso oggetto di critiche da parte delle istituzioni europee per la sua inefficacia.
Negli ultimi anni, la legislazione nazionale in materia di energie rinnovabili, pur ispirata alle direttive europee, è stata frammentata e disorganica, determinando un rallentamento dello sviluppo del settore e creando incertezze per operatori e investitori.
Questa disomogeneità è stata sottolineata dalla Commissione Europea e dal Consiglio dell’Unione Europea, che hanno sollecitato l’Italia ad adottare un approccio integrato e semplificato. Il nuovo decreto, in attuazione dell’art. 26, co. 4 e 5, lettere b) e d) della legge 5 agosto 2022, n. 118, risponde a tali richieste, introducendo una disciplina uniforme valida su tutto il territorio nazionale e qualificando gli interventi sulle rinnovabili come di “pubblica utilità, indifferibili e urgenti”.
Autorizzazione per la costruzione e la gestione di impianti a fonti rinnovabili: ecco tutte le novità
La novità principale consiste nella razionalizzazione dei regimi amministrativi, ridotti a tre modalità principali. Eccoli riassunti qui di seguito.
Regime di “attività libera”
L’assoggettamento al regime di “attività libera” deriva da un’approfondita analisi del quadro normativo vigente. Tale regime mira a unificare, sotto una categoria omogenea, interventi edilizi attualmente riconducibili a diversi procedimenti amministrativi, tra cui:
- manutenzione ordinaria;
- edilizia libera;
- comunicazione di inizio lavori;
- dichiarazione di inizio lavori asseverata (DILA);
- denuncia di inizio lavori (DIL), per situazioni residuali.
Questo approccio riduce la frammentazione procedurale, semplificando gli adempimenti per gli interventi edilizi che non richiedono particolari autorizzazioni.
Gli interventi classificati come attività libera non necessitano di atti di assenso specifici, a condizione che siano rispettate:
- le norme tecniche previste dal Testo Unico dell’edilizia;
- le disposizioni del codice della strada;
- gli strumenti urbanistici
Inoltre, per l’esecuzione degli interventi, è necessario disporre della superficie interessata, acquisita a qualunque titolo (proprietà, locazione, concessione, ecc.).
Il regime di “attività libera” non è applicabile qualora gli interventi ricadano su beni sottoposti a tutela, indipendentemente dalla natura di tale tutela (es. vincoli paesaggistici, archeologici o storico-artistici).
Un esempio emblematico riguarda gli impianti solari fotovoltaici con una potenza inferiore a 12 MW, purché:
- siano integrati su coperture di edifici o strutture esistenti (o relative pertinenze);
- presentino inclinazione e orientamento coerenti con la falda della copertura.
Procedura Abilitativa Semplificata (PAS)
Introdotta inizialmente dal d.lgs. 28/2011, la PAS è una modalità intermedia che richiede la presentazione di una dichiarazione asseverata e si applica a interventi di media complessità, come gli impianti fotovoltaici fino a 10 MW installati in sostituzione di coperture in eternit o amianto. Questo regime è subordinato alla disponibilità delle superfici interessate e alla compatibilità urbanistica degli interventi, escludendo modifiche infrastrutturali significative.
Autorizzazione unica
Riservata a progetti di maggiore complessità tecnica o impatto ambientale, come gli impianti fotovoltaici e solari termodinamici con potenze comprese tra 1 MW e 300 MW. Questa procedura prevede un iter centralizzato, che include anche il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (PAUR) per progetti particolarmente articolati, garantendo una valutazione coordinata degli aspetti tecnici, ambientali e urbanistici.
Il decreto introduce misure innovative per favorire il potenziamento e l’ammodernamento degli impianti esistenti. In particolare:
- Revamping: interventi mirati all’ammodernamento tecnologico senza alterare la capacità produttiva degli impianti;
- Repowering: interventi finalizzati a incrementare la potenza installata tramite tecnologie avanzate o modifiche strutturali parziali.
Entrambi i tipi di intervento beneficeranno di procedure autorizzative semplificate per accelerarne l’attuazione.
Sportello unico digitale
Inoltre, entro il 2025 sarà istituito uno sportello unico digitale, che centralizzerà le procedure autorizzative in un’unica piattaforma. Questo sistema consentirà di ridurre i tempi di attesa e la frammentazione amministrativa, agevolando l’accesso alle autorizzazioni necessarie.
Il Testo Unico introduce un sistema sanzionatorio chiaro per chi realizza o gestisce impianti senza le necessarie autorizzazioni o in difformità rispetto alla normativa. Le sanzioni variano in base alla gravità dell’infrazione e arrivano fino a 100.000 euro per l’installazione non autorizzata di impianti fotovoltaici a terra in aree agricole, oltre all’obbligo di ripristinare lo stato dei luoghi. Restano applicabili anche le sanzioni derivanti dal Codice dei beni culturali e dalle normative edilizie locali.
Adeguamento alla normativa
Il decreto prevede che Regioni ed enti locali si adeguino ai nuovi regimi amministrativi entro 120 giorni dalla sua entrata in vigore, fissata al 30 dicembre 2024. Tuttavia, il breve tempo a disposizione potrebbe complicare la transizione, soprattutto nei territori meno attrezzati dal punto di vista amministrativo.
Un’altra criticità riguarda la coesistenza tra le nuove disposizioni e le procedure transitorie per i progetti già avviati, che rischia di creare sovrapposizioni e incertezze operative. L’effettiva capacità degli enti locali di recepire e applicare le nuove norme rappresenta un ulteriore elemento di complessità.
Cosa cambierà con il Testo Unico delle Rinnovabili 2024?
Il Testo Unico Rinnovabili 2024 segna un’importante svolta verso la razionalizzazione e semplificazione dei processi per autorizzazione in materia di costruzione e gestione degli impianti, rispondendo alle critiche europee sulla frammentazione normativa che ha frenato lo sviluppo delle energie rinnovabili in Italia. Con l’introduzione di tre regimi amministrativi chiari, il decreto mira a ridurre le incertezze per operatori e investitori, favorendo interventi di revamping e repowering e promuovendo l’adozione di tecnologie più avanzate.
Tuttavia, permangono alcune criticità. In particolare, la capacità degli enti locali di recepire tempestivamente le nuove disposizioni rappresenta una sfida, soprattutto nei territori meno preparati dal punto di vista amministrativo. Anche la coesistenza tra vecchie e nuove procedure potrebbe generare sovrapposizioni e incertezze operative.
Resta da chiedersi se l’uniformità amministrativa introdotta sarà sufficiente a superare i rallentamenti strutturali e a stimolare una transizione energetica inclusiva e sostenibile. Saranno necessari monitoraggi costanti, investimenti mirati e una forte collaborazione tra Stato, Regioni ed enti locali per garantire che questa riforma non resti solo una promessa, ma diventi il motore di una crescita concreta e duratura nel settore delle energie rinnovabili. Il futuro delle politiche energetiche italiane dipenderà dalla capacità di tradurre questa visione normativa in una realtà operativa efficace e accessibile.