L’utilizzo eccessivo dell’aria condizionata in auto costituisce un’infrazione del Codice della Strada e si rischiano multe salatissime. Ecco come evitarle.


Temperature da record e primi stress da super caldo, per fortuna ormai sono in molti ad avere automobili dotate di climatizzatore o aria condizionata che rendono di certo il percorso in strada più confortevole anche per bambini e anziani. Ma non molti sanno che ci sono dei momenti nei quali non va lasciata accesa, pena sanzioni per i trasgressori che possono arrivare fino a 444 euro, una vera super multa, che si rischia di vedersi elevare chi non fa attenzione ad una prescrizione. Per questioni connesse al rischio di inquinamento atmosferico, infatti, il Codice della Strada prevede delle norme restrittive circa l’uso dell’aria condizionata in auto, che vale tanto d’estate quanto in inverno, quando il problema diventa quello di riscaldare l’abitacolo.

I danni provocati da un eccessivo utilizzo dell’aria condizionata in auto

Le norme italiane si sono allineate, dunque alle politiche Europee che mirano a ridurre l’inquinamento atmosferico nelle città, visto che è palese quanto un motore acceso se la macchina è ferma produrrà emissioni inquinanti non finalizzate allo spostamento e dunque, con l’unico obiettivo di fare funzionare il climatizzatore nello specifico. In periodi di caldo intenso e traffico congestionato, questa pratica reca un aggravio allo stato dell’ambiente, contribuisce all’aumento di polveri sottili e genera gas serra.

Oltre all’aspetto ecologico, è bene sapere come gli esperti mettano in guardia da questo tipo di comportamento. Infatti si possono creare anche seri problemi al motore posto in un funzionamento prolungato senza movimento, mentre gira a bassi regimi con l’aria condizionata attivata, rischiando seriamente di compromettere alcune componenti interne, come le fasce elastiche e le candele. Abitudine sbagliata, quindi che oltre a danni al motore può divenire causa di costi di manutenzione aggiuntivi e anticipare interventi, danneggia il veicolo e appesantisce l’ambiente senza una reale necessità.

Come avere l’abitacolo fresco senza accendere l’aria condizionata

Sono molti i vademecum spuntati sulle pagine social proprio come un mantenere l’abitacolo più fresco senza rischiare di prendere una multa, che elencano una serie di precauzioni che possono essere intraprese, comportamenti virtuosi ma anche comune senso pratico.

Come qualcuno ci spiega, se parcheggiare l’auto all’ombra è un vero e proprio miraggio, prima di salire in auto dopo uno stop o semplicemente a inizio giornata, è consigliato aprire porte e finestrini per fare circolare l’aria. Questo soprattutto se il veicolo è rimasto parcheggiato in un’area molto assolata. Utilizzare parasole moderni ed in buono stato può fare la differenza al rientro in auto, così come anche l’utilizzo di tendine schermanti, oppure di vetri speciali con schermatura solare, da inserire nella dotazione extra dell’automobile.

Quando si rischia la maxi multa per l’aria condizionata in auto

È bene tener presente che tra gli articoli del Codice della Strada non ci sono riferimenti specifici per quanto concerne il corretto utilizzo del climatizzatore, ma è possibile, andando a verificare le norme sulle emissioni inquinanti, ricostruire le limitazioni imposte agli automobilisti andando inoltre ad esaminare l’aspetto impatto ambientale e l’appeal ecologico.

Proprio su questi aspetti, infatti, si pronuncia l’articolo 157 del Codice della Strada che prevede, al comma 2, specificando come “Durante la sosta, il veicolo deve avere il motore spento”. Col termine sosta si configura uno specifico comportamento, ossia la sosta è, si veda il comma 1/c, “la sospensione della marcia del veicolo protratta nel tempo, con possibilità di allontanamento da parte del conducente”. Così, di conseguenza, il regolamento richiama al comma 7-bis che recita: “È fatto divieto di tenere il motore acceso, durante la sosta del veicolo, allo scopo di mantenere in funzione l’impianto di condizionamento d’aria nel veicolo stesso”, si legge, “dalla violazione consegue la sanzione da risolversi con il pagamento di una somma da € 223 a € 444″.

Non vi è divieto, diversamente, se ci dovessimo trovare a fare delle fermate brevissime oppure quando il veicolo si trovi in movimento. Può essere utile rivedere la descrizione che fa il codice della strada del termine “fermata”, definendola “la temporanea sospensione della marcia anche se in area ove non sia ammessa la sosta, per consentire la salita o la discesa delle persone, ovvero per altre esigenze di brevissima durata”, il divieto non sussiste grazie comma1/b.

Sosta sostenibile: le regole per non inquinare inutilmente

Come abbiamo visto, alla base di questa norma c’è la volontà di limitare l’inquinamento e di impedire sprechi di carburante in situazioni non necessarie, quindi tenere il motore attivo per rinfrescare l’abitacolo mentre si è parcheggiati in città deve dunque essere evitato se non si vuole incappare in una multa salata.

C’è solo un ultimo distinguo per fare le scelte corrette, infatti proprio per la sua specificità, il divieto vale solamente per le auto con alimentazione tradizionale diesel o benzina, mentre non riguarda le auto mosse da un propulsore elettrico, dove in realtà bisogna comunque fare attenzione ai consumi di batteria, limitando l’utilizzo del condizionatore alla fase di crociera, oppure a brevi stop, se non si vuole rischiare di rimanere ‘ a secco’ con le pile scariche in zone dove ancora non sia del tutto facile reperire una ricarica, comunque piuttosto costosa.

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