Via libera al riparto tra i Comuni delle risorse per ampliare i servizi educativi stanziate per il 2025. Obiettivo: aumentare i posti disponibili nei nidi e nei servizi per la prima infanzia.
Un contributo da 300 milioni di euro sarà assegnato ai Comuni italiani per potenziare l’offerta educativa rivolta ai più piccoli. La misura, approvata attraverso un decreto interministeriale datato 24 marzo 2025, è destinata ad aumentare il numero di posti disponibili nei servizi educativi per l’infanzia nell’anno in corso, in linea con gli obiettivi stabiliti dalla Legge di Bilancio 2024.
Nuove risorse ai Comuni per ampliare i servizi educativi
Il finanziamento riguarda gli enti locali delle Regioni a statuto ordinario, oltre alla Sicilia e alla Sardegna, e tiene conto dei parametri fissati nella Nota metodologica approvata dalla Commissione tecnica per i fabbisogni standard lo scorso dicembre. Ogni Comune beneficiario riceverà una quota proporzionale, indicata nella tabella allegata al provvedimento, che riporta sia le risorse aggiuntive sia il numero di nuovi utenti da accogliere nei servizi educativi.
Obiettivi chiari e obblighi per i Comuni
Ogni amministrazione locale che riceverà il contributo dovrà garantire l’incremento dei posti nei servizi per l’infanzia secondo quanto previsto nel documento tecnico allegato. Le somme dovranno essere utilizzate esclusivamente per potenziare l’offerta educativa destinata alla fascia 0-6 anni, contribuendo così a colmare i divari territoriali e a migliorare l’accesso ai servizi da parte delle famiglie.
Controlli e rendicontazione
I Comuni interessati dovranno compilare una scheda di monitoraggio per attestare il raggiungimento degli obiettivi, che sarà pubblicata entro il 31 luglio 2025. La documentazione dovrà essere allegata al bilancio consuntivo e inviata in formato digitale alla società pubblica Sogei entro il 31 maggio 2026. Anche i Comuni che non riceveranno fondi saranno tenuti a compilare la parte relativa al monitoraggio della situazione locale, contribuendo così a una mappatura nazionale dei servizi.
Sanzioni in caso di mancato raggiungimento
Nel caso in cui un Comune non riesca a rispettare i target assegnati, entrerà in vigore la disciplina già definita nel decreto interministeriale del 6 giugno 2024, che prevede misure correttive e la possibile restituzione delle somme non giustificate. Tuttavia, sarà prevista una soglia di tolleranza: eventuali scostamenti minimi, inferiori a mille euro, non comporteranno penalizzazioni.
Un impegno corale per l’infanzia
Il provvedimento è frutto della collaborazione tra vari ministeri: Interno, Economia, Istruzione, Famiglia, Politiche europee e Coesione. L’obiettivo è rafforzare il sistema nazionale dei servizi per l’infanzia, puntando su un’offerta più ampia e omogenea sul territorio, anche nell’ottica degli obiettivi europei e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Con questo intervento, dunque, lo Stato ribadisce la centralità dell’educazione nella primissima infanzia, considerata leva strategica per l’inclusione sociale, la parità di genere e il sostegno alla natalità.