Arriva il via libera alla proroga delle procedure semplificate per tutte le PA: le conferenze di servizi saranno più rapide fino al 2026.
Dal 14 maggio 2025 è in vigore una nuova norma che punta a snellire il lavoro delle Pubbliche Amministrazioni: la legge n. 69, che converte con modifiche il cosiddetto “Decreto PA” (DL 25/2025), proroga infatti fino al 31 dicembre 2026 le procedure semplificate per le conferenze di servizi decisorie, rendendole obbligatorie per tutti gli enti pubblici coinvolti.
La disposizione è contenuta all’articolo 10, comma 4 della legge, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 13 maggio. In sostanza, viene esteso l’utilizzo delle modalità operative previste dall’articolo 13 del DL 76/2020, già introdotte durante la pandemia per accelerare l’iter dei procedimenti amministrativi. Si tratta di una serie di misure che consentono di abbreviare i tempi decisionali, favorendo la collaborazione tra enti senza necessità di riunioni fisiche.
Tra le principali semplificazioni: le riunioni si svolgono in via telematica e asincrona, con termini ridotti per esprimere pareri o autorizzazioni (30 giorni, o 45 per le amministrazioni preposte alla tutela di ambiente, paesaggio e beni culturali). Se le amministrazioni coinvolte non si pronunciano entro la scadenza, è prevista una riunione conclusiva entro 15 giorni per adottare comunque una decisione. In più, ogni eventuale diniego deve essere accompagnato da indicazioni su come superare le criticità, secondo il principio del “dissenso costruttivo”.
Conferenze di servizi più rapide fino al 2026: proroga delle procedure semplificate
Le regole semplificate, nate inizialmente in risposta alla crisi sanitaria per favorire la ripresa economica e occupazionale, potranno essere applicate anche all’approvazione di progetti finanziati con fondi PNRR e PNC, qualora risultino più vantaggiose rispetto alle discipline specifiche già previste per tali interventi.
La proroga ha suscitato però un dubbio interpretativo, sollevato dall’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), riguardo all’ambito territoriale di applicazione. L’interrogativo nasce dal fatto che il comma 4 è inserito in un articolo del Decreto PA dedicato in particolare alla ricostruzione nelle zone colpite dalle alluvioni (Emilia-Romagna, Marche, Toscana) e alla gestione emergenziale nella cosiddetta “Terra dei fuochi”. Da qui il sospetto che le misure potessero valere solo per questi contesti.
A chiarire la questione è intervenuto l’Ufficio Legislativo del Ministero della Pubblica Amministrazione. In una Nota ufficiale, ha precisato che l’intenzione del legislatore non è limitare l’applicazione delle norme semplificate a specifiche aree geografiche, ma estenderle a tutte le conferenze di servizi decisorie su scala nazionale. Il richiamo all’art. 13 del DL 76/2020, sottolinea il Ministero, non è circoscritto ai soli territori in emergenza, ma ha valore generale per l’intero comparto pubblico.
La proroga conferma quindi la validità delle semplificazioni introdotte in fase emergenziale, considerate uno strumento efficace per velocizzare l’azione amministrativa. Proprio alla luce dei buoni risultati ottenuti, il Ministero sta valutando la possibilità di rendere permanenti queste modalità operative, integrandole in modo stabile nel funzionamento della macchina pubblica.
In sintesi, fino al termine del 2026, tutte le Pubbliche Amministrazioni saranno tenute ad applicare procedure più snelle per le conferenze decisorie, con l’obiettivo di accelerare i processi autorizzativi, ridurre i tempi burocratici e rendere più efficiente la gestione di progetti pubblici e privati.
Fonte: Ali - Autonomie Locali Italiane