La guerra, che sembrava lontana ormai dal nostro quotidiano, impazza in diversi luoghi del nostro pianeta, anche molto vicini a noi.
È sempre più complicato per un turista in cerca di esperienze esotiche e avventurose, dover scartare alcune mete perché non raggiungibili e non fruibili in sicurezza. Così sulla strada della ricerca a luoghi meno battuti ed esclusivi, alcuni operatori si sono mossi verso l’Afganistahan come meta possibile, approfittando del “via libera” di governi che, da questo, traggono benefici economici e di immagine, complici influencer avventurieri in cerca di like spericolati.
La situazione attuale nel paese
In realtà dopo il colpo di stato dei taleban nell’agosto dello scorso anno, L’Afghanistan, che avrebbe bisogno di ottenere valuta pregiata e legittimazione, non è ancora un Paese in pace. I taleban infatti, per sopravvivere al potere, devono contrastare l’influenza di gruppi jihadisti che reagiscono con azioni terroristiche e fronteggiare i tentativi dell’opinione pubblica di alzare la voce circa il ritorno all’islam oscurantista che li caratterizza. Regime che ha deciso di incentivare l’ingresso di stranieri ricordando loro però che vi saranno conseguenze per ogni evenienza di mancato rispetto delle sue rigide regole di osservanza islamica e tribale e che ha mostrato i risultati di questa azione: i turisti in Afghanistan sono aumentati e passati da 691 del 2021 ai 2300 nel 2022 e oltre sette mila nel 2023. Avviata anche la procedura per il turista che consentirebbe, già allo stato attuale, di ottenere un visto di ingresso nelle ambasciate dell’Emirato islamico dell’Afghanistan nei pochi Stati che lo riconoscono.
L’Afghanistan riaperto al turismo: ma i viaggi sono ancora sconsigliati dalla Farnesina
Permane la segnalazione di viaggio NO dal sito Viaggiaresicuri.it della Farnesina che riporta come “I viaggi in Afghanistan sono sconsigliati a qualsiasi titolo” elencando una serie di rischi per chi volesse recarvisi comunque. Nonostante questo, si può partire con alcuni tour operator, anche italiani con itinerari disegnati per cercare di garantire un’esperienza sicura ai propri viaggiatori. Fascino, bellezze, luoghi storici non mancano tra le possibili attrattive ma il rischio non è solo per se stessi, per il turista, che probabilmente potrà tornarsene a casa magari anche con un bel bottino di selfie ed emozioni, ma per chi in quel paese dovrà rimanere come le guide, gli assistenza, trasporto, chi fornirà vitto e alloggio che rischierà davvero il proprio futuro. Rimane inoltre aperto il dilemma etico, che non vuole qui essere valutativo ma solo porre il tema, se valga la pena consegnare i nostri soldi, in una potente valuta estera, ad uno stato dittatoriale dove potere, religione, predominio etnico-culturale viene utilizzato per discriminare ampie parti della popolazione, il turismo ha una pesante responsabilità. Tema etico che può essere esteso anche ad altre parti del mondo dove alcuni di noi hanno in programma di recarsi e che ci fa porre il dilemma di quale consapevolezza applicheremo ai luoghi che sceglieremo di goderci per le nostre prossime vacanze.