L’8° Forum della The European House Ambrosetti a Bormio incorona il Made in Italy agroalimentare ma sottolinea i danni dell’Italian sounding.


Il suggestivo scenario di Bormio ha ospitato, il 7 e 8 giugno 2024, l’ottavo forum “La Road Map del Futuro per il Food & Beverage” organizzato dalla European House Ambrosetti. L’evento, un punto di riferimento per il settore agroalimentare, ha visto la partecipazione di esperti, imprenditori e rappresentanti istituzionali che si sono confrontati su sfide e opportunità future.

I dati del Report

Stando al report il settore agroalimentare, se si include anche la distribuzione, l’Horeca e l’intermediazione, raggiunge ricavi totali pari a 586,9 miliardi di euro, con una occupazione a quota 3,7 milioni di lavoratori, un valore aggiunto pari a 334,5 miliardi di euro pari al 19% del PIL.

Tali numeri che testimoniano la salute del settore e la sua costante crescita dal 2015 ad oggi, è ancora più significativo perché raggiunto in un contesto di crisi permanente tra emergenza sanitaria e tensioni internazionali.

Il made in Italy agroalimentare continua ad essere il fiore all’occhiello del nostro paese e nel 2023 le esportazioni agroalimentari hanno raggiunto il record di 62,2 miliardi di euro un valore che si inserisce in un trend di crescita media annua del 6,4%. L’Italia è il primo paese dell’Unione Europea per prodotti certificati 890 in totale di cui 326 provenienti dal mondo alimentare che valgono l’8,9 miliardi di euro, e 564 dal settore vinicolo per oltre 11 miliardi di euro. Il vino risulta il prodotto più esportato con una quota del 12,5% sull’export totale dell’agroalimentare e un valore di 7,8 miliardi di euro seguito dai prodotti derivanti dalla lavorazione delle farine e i prodotti lattiero caseari. l’Italia inoltre detiene il primato mondiale nella produzione di pasta con una quota di mercato del 45% di amare e distillati 41,5% di passata di pomodoro 27 per cento castagne 23% verdure lavorate 20%.

Questi numeri decisamente positivi dell’export agroalimentare italiano che vedono come i principali partner commerciali la Germania 10,1 miliardi di euro la Francia 7,2 miliardi e gli Stati Uniti 6,7 miliardi, potrebbero essere decisamente migliori se non incidesse due fattori: la contraffazione e soprattutto l’Italian sounding che insieme danneggiano le esportazioni italiane per oltre 63 miliardi di euro.

I danni dell’Italian sounding al settore

Nel 2023 il fenomeno dell’italian sounding nel mondo ha superato quello dell’export agroalimentare: 63 miliardi di euro contro i 62 di esportazioni “originali”.

Questo significa che il valore dell’export food&beverage italiano sarebbe più che raddoppiato a 126 miliardi di euro sommati ai 62 miliardi di export agroalimentare di vero Made in Italy.

L’italian sounding è competitivo grazie a prezzi mediamente inferiori del 57% rispetto ai prodotti originali. Negli Stati Uniti, ad esempio, il prezzo del Parmigiano può essere ridotto fino al 38%, quello del mascarpone fino al 50% e della pasta secca fino al 54%”

I tre prodotti più imitati sono il Ragù (61,4% italian sounding vs 38,6% vero prodotto italiano), parmigiano (61,0% vs 39,0%) e aceto balsamico (60,5% vs 39,5%) presenti in versione “imitazione” sugli scaffali della grande distribuzione all’estero. Secondo i dati TEHA seguono pesto (59,8% italian sounding vs 40,2% vero prodotto italiano), pizza surgelata (59,3% vs), prosciutto (59,2% vs 40,8%), pasta di grano duro (59,2% vs 40,8%), ma anche prosecco (58,9% italian sounding vs 41,1% vero prodotto italiano), salame (58,5% vs 41,5%), gorgonzola (57,0% vs 43,0%) e olio extra vergine di oliva (56,8% vs 43,2%).

In termini di perdita economica, le regioni italiane più danneggiate sono:

  • Lombardia: 10,2 miliardi di euro
  • Veneto: 10 miliardi di euro
  • Emilia-Romagna: 9,9 miliardi di euro
  • Piemonte: 8,7 miliardi di euro
  • Campania: 5,5 miliardi di euro

Queste regioni sono particolarmente vulnerabili perché concentrano la loro esportazione su prodotti ad alta intensità di italian sounding, come quelli a base di carne e lattiero-caseari.

Azioni a contrasto

La tutela del Made in Italy rappresenta una priorità e l’implementazione di nuovi regolamenti DOP e IGP a partire da quest’anno significa far segnare un passo importante in questa direzione. Le associazioni di produttori devono poter avere maggiori poteri per combattere pratiche ingannevoli, offrire maggiore trasparenza ai consumatori se vogliono generare un valore aggiunto concreto per l’economia.

Valerio de Molli, Amministratore Delegato di The European House – Ambrosetti, commenta a tal proposito “L’italian sounding si può contrastare attraverso iniziative economiche e industriali in sinergia con un cambiamento culturale soprattutto nella consapevolezza del consumatore estero. Certamente è prioritario realizzare investimenti produttivi, ma anche comunicare con efficacia il “Made in Italy” con iniziative di educazione del consumatore. Da un lato la riduzione delle barriere doganali e l’internazionalizzazione della filiera italiana della distribuzione possono essere fattori determinanti così come una forte disincentivazione all’indicazione fallace in etichetta, ma anche la creazione di ambasciatori del Made in Italy e l’adozione di tecnologie che permettano una precisa tracciabilità del prodotto” .

Conclusioni

L’ottavo forum “La Road Map del Futuro per il Food & Beverage” ha confermato la centralità della sostenibilità e dell’innovazione come pilastri per il futuro del settore agroalimentare. La European House Ambrosetti ha fornito una piattaforma di dialogo e confronto, fondamentale per tracciare le linee guida che guideranno il comparto nei prossimi anni.

Il report presentato rappresenta una risorsa essenziale per comprendere le dinamiche in atto e prepararsi ad affrontare le sfide future con strategie concrete e innovative. Con la collaborazione di tutti gli attori coinvolti, il settore può aspirare a un futuro più sostenibile, resiliente e in linea con le esigenze di consumatori sempre più edotti e consapevoli.


Fonte: articolo di Francesca Liani