Approvato in via definitiva al Senato il decreto che svende l’Italia ai petrolieri: una scelta – vecchia di un secolo – che al benessere di molti preferisce gli interessi di pochi.

Il voto, che apre le porte ad una deregulation selvaggia per chi vorrà bucare suolo e fondali in cerca di pochi barili di petrolio, dimostra inequivocabilmente che il Governo, tanto impegnato a contrastare i cambiamenti climatici– a parole – in Europa e nei summit Onu, nei fatti si rivela succube dei petrolieri.

Il decreto Sblocca Italia attribuisce infatti un carattere “strategico” alle concessioni di ricerca e sfruttamento di idrocarburi, semplificando gli iter autorizzativi, togliendo potere alle Regioni e prolungando i tempi delle concessioni.

La politica energetica di Renzi è quanto di più vecchio e miope potesse toccare in sorte all’Italia: puntare oggi sulle misere riserve fossili di cui disponiamo, in spregio all’ambiente e alla bellezza dei nostri territori e dei nostri mari, vuole dire consolidare la nostra dipendenza dalle energie più inquinanti, non generare occupazione e danneggiare altri comparti strategici come turismo, pesca e agricoltura.

Per noi, significa anche essere sordi alle migliaia di cittadini che ovunque in Italia si mobilitano per difendere il proprio diritto a vivere in un ambiente sano, sordi alle oltre 85mila persone che in poco tempo hanno scelto di dichiararsi indipendenti dalle fonti fossili.

Se Renzi tira dritto per la sua strada e non ascolta nessuno, se non le lobby fossili, tiriamo dritto anche noi: presto il Governo dovrà ascoltare comunque, volente o meno, la protesta che sta montando in tutto il Paese!

 

 

FONTE: Greenpeace Italia

 

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