Due i problemi principali, secondo la Sesta Commissione del Consiglio Superiore della Magistratura: è rischioso introdurre una “rilevante riforma processuale o ordinamentale” attraverso un decreto legge, “uno strumento che il Costituente non ha predisposto per tale finalità”; inoltre gli interventi proposti “non appaiono particolarmente idonei ad assicurare un reale incremento dell’efficienza del sistema”. Critiche anche dall’Anm: “A quando una vera riforma?”
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