Nell’industria, attese su produzione e fatturato in crescita solo nell’alimentare. I saldi estivi non rilanciano il commercio dei piccoli, attese migliori tra i più grandi. Nei servizi, lieve ottimismo grazie a turismo e servizi alle persone

La battuta d’arresto subìta, tra aprile e giugno, dalle imprese manifatturiere porta in terreno negativo le previsioni per il trimestre estivo. A segnalare l’orizzonte più fosco, ancora una volta, le piccole imprese con meno di 50 dipendenti, per le quali l’attesa di una riduzione della produzione e del fatturato nel periodo luglio-settembre prevale di 16 punti percentuali rispetto a chi, invece, intravvede una crescita di entrambe gli indicatori. Meno pesante (rispettivamente -5,2 punti per la produzione e -3,5 per il fatturato) il bilancio delle aspettative per le imprese con oltre 50 dipendenti. I saldi estivi non restituiscono ottimismo alle piccole imprese commerciali (che denunciano un saldo negativo anche in questo caso di 16 punti, con riferimento all’evoluzione delle vendite), mentre per le imprese con oltre 20 dipendenti il quadro si capovolge, evidenziando un saldo positivo delle attese pari a 12 punti. In stallo, infine, il quadro dei servizi, dove attese positive e negative finiscono per annullarsi, con l’unica eccezione del turismo (+13 punti il bilancio tra ottimisti e pessimisti).

E’ quanto evidenzia la consueta indagine congiunturale sulle imprese manifatturiere, del commercio e dei servizi, realizzata dal Centro studi di Unioncamere.

A pesare nel giudizio degli imprenditori sull’andamento del III trimestre dell’anno – ha detto il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello –è il perdurare di un quadro di consumi interni in forte difficoltà a cui si salda il recente rallentamento della componente estera delle vendite. Se è vero che le imprese del Nord-Italia sembrano avere più energie per uscire prima delle altre dalla recessione, a maggior ragione non dobbiamo far mancare il supporto necessario alle altre aree del Paese, a cominciare dal Sud. E’ urgente far ripartire un ciclo positivo di investimenti pubblici e privati, puntando su priorità chiare come efficienza e riqualificazione energetica, banda larga, tutela del territorio. E rinsaldando la trama del tessuto imprenditoriale con iniezioni di risorse finanziarie e con la realizzazione delle riforme che veramente servono alle imprese: dalla semplificazione burocratica alla giustizia civile. Due fronti in cui le Camere di commercio possono dare un contributo tangibile all’azione del Governo e del Parlamento.”

FONTE: Unioncamere

pmi